L'INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe,
che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e
mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e
profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si
spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito
silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte
stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra
questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in
questo marehttp://www.settemuse.it/poesia/poesia_giacomo_leopardi.htm
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