giovedì 17 novembre 2011

Lino,Psillio e Ispaghul.

http://www.lerboristeria.com/articoli/2007_03.php

LinoLino (Linum usitatissimum)
Psillio (Plantago psyllium)
Ispaghul (Plantago ovata)
Discutiamo di queste tre piante officinali mettendole in relazione fra loro, poiché l'utilizzo è molto simile, come simili sono le proprietà attribuite ai loro semi, che costituiscono la droga, ovvero la parte di pianta contenente i principi attivi.
Il Lino è conosciuto da tempi antichissimi, poiché era utilizzato già in epoca preistorica per le sue fibre, che costituiscono un ottimo filato, dal quale si ricava un tessuto molto pregiato, ancora oggi apprezzatissimo. Già anticamente erano utilizzati anche i semi, sia a scopo curativo che a scopo alimentare; essi infatti hanno un buon contenuto calorico e oggi sappiamo che sono ricchi di acidi grassi essenziali, sostanze indispensabili per la fisiologia e il benessere del corpo umano. A scopo curativo erano utilizzati già dagli antichi medici che seguivano la dottrina di Ippocrate, per i disturbi intestinali e per la tosse, sia per uso esterno che per uso interno.

Semi di LinoPer uso esterno penso che molti avranno utilizzato, su consiglio della nonna, o ne avranno sentito raccontare, i cataplasmi di semi di Lino in caso di tosse e catarro bronchiale, oppure di foruncolosi, o ascessi, che sono fatti "maturare" con i cataplasmi, accelerandone la guarigione.
Per uso interno i semi di Lino sono utilizzati anche oggi per risolvere la stitichezza in modo delicato, specie nelle persone con l'intestino irritato, talvolta per abuso di lassativi drastici, o nei casi di colon irritabile, o quando vi siano ragadi o emorroidi. I semi di Lino infatti, come anche quelli di Psillio e di Ispaghul, sono ricchi di mucillagini, che agiscono da lassativo meccanico.
Semi di PsillioE' facile rendersi conto di questo: basta mettere un cucchiaio di semi di una qualunque di queste tre piante in un bicchiere di acqua, lasciarli macerare per qualche ora, e si vede che essi si rigonfiano formando una sostanza mucillaginosa che li avvolge. La mucillagine che si forma con l'acqua, se ingeriamo i semi macerati, agisce da lubrificante e da lassativo meccanico, perché idrata e aumenta la massa fecale; ciò provoca uno stimolo fisiologico di distensione delle pareti intestinali, che rispondono aumentando la contrazione armonica (peristalsi), che favorisce il procedere del contenuto intestinale e lo svuotamento. Questo stimolo è molto delicato, a differenza di quello prodotto dalle piante lassative antrachinoniche, più drastiche e irritanti, e quindi non provoca assuefazione.
Perciò, quando la funzione intestinale è carente, oltre a migliorare l'apporto di fibre alimentari fornite dalla verdura, dalla frutta, dai cereali integrali, e ad incrementare l'apporto di liquidi nella giornata, può essere consigliabile un trattamento sintomatico con i semi di queste piante, adoperandole naturalmente con la necessaria quantità di acqua, per evitare di ottenere l'effetto opposto.
Se c'è un'irritazione intestinale è sempre bene utilizzare i semi solo dopo la loro macerazione in acqua per alcune ore; diversamente è possibile ingerirli tal quali, ad esempio con lo yogurt, bevendo subito dopo un paio di bicchieri di acqua.
Le mucillagini prodotte dalla macerazione svolgono anche una funzione emolliente a addolcente sulle mucose intestinali che, se sono infiammate, traggono beneficio dall'azione lenitiva delle mucillagini, sia del Lino che dello Psillio e dell'Ispaghul (così come della Malva, che non esaminiamo in questo contesto, poiché non presenta controindicazioni di sorta).

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